L’annuncio che Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon, ha fatto lo scorso dicembre ha scosso il mercato in modo indelebile, disegnando scenari avveniristici nell’evoluzione dell’e-commerce: l’avvento entro pochi anni di Prime Air, ovvero un servizio di consegna di merci dal peso inferiore ai 3 kg in tempi molto ridotti affidato a droni e quadricotteri. Questo nuovo servizio, se dovesse essere messo in opera coprirebbe più dell’85% delle consegne che giornalmente vengono effettuate dal colosso dell’ecommerce di Seattle. La sperimentazione sarebbe già a buon punto e la reputazione di Bezos ha fatto credere che nell’arco di 4 o 5 anni tale servizio sarà effettivamente disponibile. Molti esperti però hanno voluto sottolineare come questa promessa potrebbe rimanere una chimera a causa di una serie di ostacoli tecnici, logistici e legislativi. In primo luogo i droni avrebbero un’autonomia limitata di volo con un raggio di azione di circa 16 km dal punto di partenza e rientro, costringendo Amazon a dover frammentare i propri magazzini creandone di nuovi per poter coprire le aree metropolitane, e, di fatto, rinunciare ad erogare tale servizio nelle aree a scarsa densità abitativa. Un altro consistente problema sarebbe costituito dalle condizioni meteo che non solo sono scarsamente controllabili nel loro verificarsi, ma anche potenzialmente distruttive per i droni stessi: pioggia, neve e soprattutto il vento potrebbero infatti danneggiarli o distruggerli, costringendo ad un costante rinnovo della flotta. La terza grande sfida riguarderebbe la necessità di un coordinamento da parte di molti operatori remoti “umani” per aumentare la precisione nella consegna (attualmente il sistema gps garantisce circa 2 metri di scarto), regolare il traffico ed evitare collisioni tra i droni stessi e tutti gli ostacoli che potrebbero incontrare nei loro percorsi, esseri umani compresi.
A livello legale e assicurativo, inoltre, vi sono molte criticità da affrontare e non solo nel servizio in sé, ma anche nelle differenti normative territoriali. Ad esempio il legislatore italiano ha recentemente imposto al mercato un’assicurazione obbligatoria per ciascun drone che voli sul territorio, spiazzando persino le compagnie assicurative che non avevano ancora preparato un prodotto adatto.
I mercati e gli operatori di tutto il mondo nel campo dell’ecommerce e non solo, hanno dimostrato comunque una reattività notevole all’annuncio di Bezos, al punto che la maggioranza ritiene l’avvento della rete di droni molto prossima e non così futuribile. Senza dubbio l’ipotesi è affascinante e spalancherebbe le porte a modalità di consegna non solo proprie di Amazon, ma che probabilmente rivoluzionerebbero anche altri settori a partire dal servizio postale tradizionale. Non a caso Deutsche Post sta iniziando una sperimentazione a Bonn e le parole del responsabile del progetto lasciano intendere anche l’impatto che una simile evoluzione del servizio potrebbe avere a livello occupazionale: “l’MD4-1000 costa appena 40mila euro, non devi pagargli contributi e ritenute previdenziali, sanitarie o pensionistiche, non si ammala e non si assenta il lunedì dopo un weekend di notti brave”.
I prossimi anni saranno decisivi per capire se si tratta di chimere o realtà.
Diego Martone ©
Pubblicato sul numero 69 di:
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